Rimini, la città di Federico Fellini

Ecco per Voi: l'Itinerario Felliniano che attraversa 8 luoghi, dal centro storico al mare, legati al grande Regista riminese.
La Rimini di Fellini: Il Tour.!. Itinerario Felliniano

La città del sogno e del ricordo

Capiti a Rimini un po’ prima dell’inizio della stagione estiva.
E’ presto per le lunghe giornate fatte di spiaggia e mare, ma hai pur sempre voglia di stare all’aria aperta.
E’ il momento giusto per andare alla scoperta della Rimini dei riminesi. Apprezzarne il suo lato più autentico, il fascino di cittadina di provincia, il centro storico e in questo particolare caso un suo cittadino illustre che grazie a un film l’ha fatta conoscere al mondo intero.

E’ la Rimini di Federico Fellini (Rimini 20 gennaio 1920 – Roma 31 ottobre 1983).
Annoverato fra i più grandi registi del cinema internazionale, vincitore di quattro premi Oscar fra cui quello per l’iconico “Amarcord”.

La Rimini di Federico è la città del sogno, un racconto fantastico dei suoi ricordi di giovinezza fra il Borgo San Giuliano, il cinema Fulgor, piazza Cavour e poi dritti fino al Grand Hotel e la punta del porto.
Un racconto che nella finzione cinematografica è tutto immaginato, perché il Regista non girò nemmeno un metro di pellicola nella sua città natale, ma tutto è stato ricostruito negli studi di Cinecittà, evocando le atmosfere, i sogni, i ricordi.

Nulla si sa, tutto si immagina

Il Borgo San Giuliano: una cartolina in puro stile Amarcord

Dal Borgo San Giuliano quello che un tempo era il borgo dei pescatori inizia il mio itinerario felliniano.
Si trova a ridosso del centro storico. Riconoscibile per le sue casette colorate affacciate sul fiume Marecchia oggi è diventato una delle zone di maggiore pregio di Rimini.

Qui tutto è Fellini che lo ha celebrato in “Amarcord”. Il film ripercorre la sua giovinezza, all’inizio degli anni Trenta, attraverso l’amico/alter ego Titta Biondi. Il consiglio? Iniziate passeggiando lungo la via Marecchia, insieme a piazzetta Gabena, fra le più belle e colorate.

Lasciatevi guidare dall’istinto, dai colori, dai tanti dettagli che strada facendo vi passeranno davanti agli occhi. Per esempio, i bellissimi murales dipinti sulle pareti esterne delle case ispirati ai capolavori felliniani e ai suoi immortali personaggi: La Dolce Vita, Le notti di Cabiria, Lo sceicco bianco, Casanova, 8 1/2, La Strada, Marcello (Mastroianni), l’Anitona, Giulietta (Masina), musa e fedele compagna nella vita reale e cinematografica.

Il paese dove nasci ha a che fare con la dimensione della memoria...

Tips X FoodLovers

Pieno di ristorantini e cantinette il Borgo San Giuliano è il posto giusto per prendere confidenza con la buona cucina romagnola.
Per un aperitivo vi consiglio l’Enoteca del Teatro perfetta per gli intenditori di vino. Per una gustosa piadina e altre specialità del territorio l’indirizzo giusto è Nud e Crud.

Se invece volete sedervi a tavola fatevi tentare da due classici della nostra cucina: tagliatelle e cappelletti da La “esse” Romagnola.

Per un’ottima grigliata di pesce invece l’indirizzo giusto è La Marianna.

L’unico vero realista è il visionario

Il cinema che ispirò Fellini

Lasciato alle spalle il parco XXV Aprile, dove si trova la Piazza sull’Acqua, imboccato corso d’Augusto si arriva al Cinema Fulgor.
E’ qui che da bambino Fellini si innamorò del cinema. Seduto sulle panche in legno di quello che all’epoca era un vecchio cinema di provincia, guardando insieme al nonno il suo primo film, “Maciste all’inferno”, incontrò i sogni di celluloide.

Oggi palazzo Valloni è diventato la casa di Fellini grazie il tocco di un altro Premio Oscar. Lo scenografo Dante Ferretti che ne ha curato gli allestimenti, restituendolo alla città di Rimini.
Un cinema da Oscar che il prestigioso New York Times ha inserito fra le 52 mete mondiali da visitare nel 2021 .

Poco distante in piazzetta Zavagli l’anello ritrovato

Questo delizioso angolo di Rimini, a due passi dal cinema Fulgor, merita una citazione felliniana.
Piccola, curata come una bomboniera, piazzetta Carlo Zavagli si nota per l’installazione a cerchio dell’artista Mauro Staccioli.

E’ l’omaggio all’anello della contessina Zavagli episodio citato nel film “Amarcord”.
Si tratta di un fatto realmente accaduto. Proprio nella piazzetta un servitore dei conti Zavagli venne fatto immergere nel “pozzo nero” per recuperare l’anello caduto alla giovane. Oggi “l’anello ritrovato” è una possente struttura in acciaio che può essere ruotata con la forza di un dito. In questi anni, le sue infinite variabili di visione lo hanno fatto diventare uno dei luoghi più fotografati di Rimini.

Felliniano: Avevo sempre sognato, da grande, di fare l'aggettivo. Ne sono lunsingato.
(cit. F.Fellini)

Piazza Cavour il ritrovo dei “vitelloni”

E’ la Rimini dei palazzi storici: il Palazzo del Podestà, costruito attorno al 1330.
Palazzo dell’Arengo in stile gotico- romano datato 1200. E Palazzo Garampi, sede del municipio di Rimini, che risale alla seconda metà del 1500.

Se si sceglie Federico Fellini come guida per conoscere Rimini, piazza Cavour acquista un’allure tutta particolare.
Qui entra in scena il pavone di felliniana memoria.
L’inverno è alle spalle, ma se dici fontana della Pigna e neve non può che venirti in mente una delle scene più magiche di “Amarcord”: le palate di neve contro Gradisca (personaggio reale diventata un’ icona felliniana) e il pavone che si appoggia sulla fontana in marmo, ghiacciata e zittisce tutti con la sua maestosa ruota.

Nella finzione scenica piazza Cavour è anche il luogo d’incontro dei Vitelloni (altra pellicola che ha lasciato una segno nella storia cinematografica).
Qui abitavano i personaggi principali: il mite Moraldo (Franco Interlenghi), Fausto il seduttore (Franco Fabrizi) e l’infantile Alberto (Alberto Sordi).

Sull’altro lato della piazza c’è la Vecchia Pescheria. Costruita a metà del Settecento, oggi con le sue cantinette e localini è uno dei luoghi della movida riminese.

In fondo alla piazza si affaccia il Teatro Galli inaugurato nel 1857 da Giuseppe Verdi, distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, a breve sarà di nuovo aperto alla città.
Sempre in tema felliniano è nella vecchia sala delle Colonne, inglobata nei lavori di rifacimenti del teatro, che il 4 novembre del 1993 venne allestita la camera ardente per l’ultimo abbraccio fra Federico e Rimini, la sua città.

Alle spalle di piazza Cavour ecco svelarsi in tutta la sua magnificenza il Castel Sismondo. Voluto nel 1400 da Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini, come palazzo e fortezza. E’ un altro luogo importante nella vita di Regista. Nel suo piazzale veniva infatti montato il circo. I suoi personaggi caricaturali e grotteschi sono stati continua fonte di ispirazione nella stesura delle sue opere.

Tips X FoodLovers

Stanchi di camminare, vi assale quel certo languorino, da A Sem Toast trovate il perfetto romagna street food: panini, piadine e frittini, leggeri, leggeri da gustare sui banchi in marmo della vecchia pescheria.

Di fianco, invece vale una sosta Il Foyer, colazione, pranzo, cena, aperitivo, troverete quello che fa per voi; in Via Gambalunga 14 troverete la pizza al taglio più buona della città (Pizzeria del Secolo)

In via Poletti, invece è da provare il ristorante La Mi Mama, cucina romagnola in versione delicata e ottimo tips per chi preferisce la cucina veg.

Non voglio dimostrare niente, voglio mostrare. (cit. F.Fellini)

Il tempio Malatestiano, la cattedrale di Rimini

Prima di virare verso il mare tappa d’obbligo al Tempio Malatestiano, la cattedrale di Rimini.

La facciata esterna è stata commissionata da Sigismondo Pandolfo Malatesta ai uno dei più grandi artisti del Quattrocento Leon Battista Alberti.
Il duomo di Rimini, nonostante sia un’opera incompiuta (nella parte alta si vedono ancora le tracce dell’antica chiesa romano gotica) è considerato uno dei gioielli del Rinascimento italiano.

Fellini e amici lo frequentavano più che per amore di religione, per fini più terreni “soprattutto perché qui c’erano le ragazze”.

Tips X FoodLovers
In zona Tempio Malatestiano assolutamente da provare è la pasticceria Il Duomo, le sue brioche per la colazione, così come i dolci per la merenda sono impareggiabili.

Dalla città verso il mare lungo il viale che porta al Grand Hotel

Se nel percorso che parta dal Borgo San Giuliano alla scoperta del centro storico di Rimini vi mostro il suo lato più nuovo e inedito.
Il racconto felliniano che si snoda lungo viale Principe Amedeo, con le sue villette in stile Liberty, rappresenta la migliore cartolina turistica di Rimini.

Al numero civico 10 di via Dardanelli c’è la casa dove è nato Federico Fellini.
Un passaggio breve, anzi brevissimo, la sua famiglia subito dopo si trasferisce nel centro storico cittadino.

Proseguendo lungo viale Principe Amedeo si arriva al parco Fellini. Suggestiva e fotogenica è la grande macchina fotografica della Ferrania – ribattezzata Fellinia – che identifica la rotatoria che dal parco conduce al mare.
Negli anni Sessanta e Settanta era un piccolo negozietto in cui acquistare le pellicole per macchine fotografiche.
A seguire, avamposto della vecchia Fondazione Fellini sul mare. Oggi è considerata la metafora della Riviera Romagnola e della vocazione riminese a produrre immagini e immagini di immagini.

Non per niente, l’hashtag #Rimini – prendendo come metro di paragone la classifica di Google – si è classificato al 14esimo posto fra le città più instagrammate d’Italia.

Un linguaggio diverso è una diversa visione della vita (cit. F.Fellini)

Il simbolo della Dolce Vita

Arrivati al parco Fellini si incontra una delle big beauty riminesi: il Grand Hotel.
Simbolo della belle époque, rappresenta un elemento centrale nei fantastici sogni giovanili di Federico quando sbirciava dalla recinzione la lussuosa vita che si conduceva al suo interno.

Emblema dell’arte di vivere italiana è caratterizzato dalla sua lussuosa facciata in stile Liberty, il parco esotico con le palme, la terrazza panoramica, i saloni arredati in stile francese e veneziano e per quell’atmosfera di magia rimasta immutata dall’estate del 1908, anno della sua inaugurazione.

Fellini amò per sempre il Grand Hotel e da regista famoso e acclamato ne fece il suo ben ritiro quando tornava a Rimini. Sempre nella stessa suite.

Tips X FoodLovers
Da non perdere quando si arriva in zona Grand Hotel la piadina della Casina del Bosco, una vera e propria istituzione. Così come i coni gelato artigianali di Amareina e la pizza del ristorante Novecento.

Con lo sguardo verso il mare

Eccoci arrivati all’ultima tappa della mia Rimini felliniana: la passeggiata sul porto, o meglio come diciamo dalle nostre parti, lungo la palata.
Per noi riminesi è l’ideale prolungamento della città verso il mare.

Una passeggiata sul porto, non c’è nulla di più felliniano che si possa fare, specie nei corti pomeriggi invernali avvolti dalla nebbia. Si cammina in silenzio, in compagnia dei propri pensieri.
Incrociando (con la fantasia) il Rex come nella scena di “Amarcord”.

Tutti si ritrovano in riva al mare per vedere il passaggio del celebre transatlantico, ma fu soltanto una bizzarria del regista, perché da Rimini il Rex mai passò. Potere della fantasia felliniana e dei suoi sogni di celluloide.

8½.

In ultimo, se volete concludere con una citazione da un classico felliniano, il film , ecco il mezzo suggerimento più: una passeggiata bella per tutte le stagioni, arrivati al porto proseguite sugli scogli, sulla punta del portoIl più bel “pensatoio” di Rimini.